Visite: 301

Notizie

SUPERBONUS TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Il superbonus è giunto alla (doppia) svolta: dopo un 2021 entusiasmante che ha rilanciato le costruzioni ed un 2022 tra continui stop and go a causa di una normativa sulla cessione dei crediti diventata strada facendo sempre più contorta e farraginosa, il 2023 si preannuncia pieno di incognite, soprattutto dopo la decisa accelerata del governo con il decreto aiuti quater che ha preso una netta posizione. Il buco (38 miliardi) di cui ha parlato la premier annunciando la riduzione dell’aliquota dal 1° gennaio 2023 ha comportato innanzitutto il taglio anticipato dell’aliquota al 90% spiazzando molti operatori e privati, e potrebbe portare a serie ripercussioni nel settore dell’edilizia, già boccheggiante a causa dei crediti incagliati, (su cui peraltro nessuno pare intenzionato a fare niente) che potrebbe portare moltissime ditte a mollare del tutto la presa. Questo è il vero nodo irrisolto che impedisce di utilizzare la misura, a prescindere da qualsiasi percentuale di agevolazione concessa, 110 o 90 che sia. Ad oggi infatti la situazione è semi-paralizzata; nonostante gli oltre 55 miliardi di investimenti promossi in Italia, gli ultimi dati Enea disponibili aggiornati a ottobre lanciano l’allarme riguardo l’impatto negativo che il blocco può generare, soprattutto sulle imprese del settore edile.

Sono quasi 40mila, quelle con cassetti fiscali pieni di crediti bloccati e con le casse vuote per impossibilità di portare a termine la cessione. Sempre secondo ENEA, il Superbonus – grazie al 110% concesso – ha prodotto benefici sulla filiera edile, sull’economia nazionale e sull’occupazione. L’investimento medio nei condomini è stato di quasi 600mila euro, mentre per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti (villette) l’investimento medio è stato di poco superiore ai 97mila euro. Investimenti a riguardo dei quali le imprese chiedono un intervento dello Stato che consenta di rendere liquidi i crediti accumulati dalle imprese, con il serio rischio di mandare in default una fetta importante del nostro sistema produttivo. Sul punto infatti gli istituti di credito e le aziende costruttrici in una lettera congiunta al governo sollecitano interventi con «una misura tempestiva e di carattere straordinario» volta a «scongiurare al più presto una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera che rischia di condurle a gravi difficoltà». Sullo stesso punto le associazioni datoriali stanno passando al contrattacco, elaborando un pacchetto di soluzioni di medio-lungo periodo da proporre alle istituzioni, tra cui l’apertura di un tavolo per evitare l’impatto su occupazione e PIL dell’implosione della bolla dei bonus edilizi. I prossimi mesi saranno dunque determinanti per comprendere il destino del Superbonus e in generale dei bonus edilizi, e capire se ci sono ancora margini di investimento per le Costruzioni, messe a dura prova anche dal caro materiali che sta complicando ulteriormente il quadro economico e i bilanci delle PMI.