
LA MENTALITA’ SPORTIVA SECONDO ALESSANDRO CIMAROSTI
Cosa vuol dire per lei essere personal trainer?Anzitutto significa essere una persona in carne ed ossa, come tutte le altre, con un’anima e un cuore, che ha deciso di mettere a disposizione le sue conoscenze ed esperienze nell’ambito del fitness e del bodybuilding per il benessere di coloro che si affidano a lui per migliorare il proprio aspetto fisico.
Che cosa significa per lei avere una mentalità sportiva?
Significa innanzitutto rendersi consapevoli che la sedentarietà non è un’abitudine salutare, e diventa, quindi, fondamentale muoversi e fare attività fisica nel modo più corretto rispettando anche gli oneri e gli onori della tavola. Potrei riassumere il concetto di mentalità sportiva rapportandolo ai valori sportivi che io ho condiviso: lealtà, rispetto, integrità, determinazione. Ci vuole carattere per portare avanti qualsiasi progetto anche quello relativo al proprio benessere fisico e, di conseguenza, psicologico: un corpo sano e in forma è un catalizzatore di ottimismo e di buon umore. Un aspetto molto importante di una mentalità sportiva che si possa definire tale è l’umiltà di non sentirsi mai arrivati, pronti a migliorarsi ogni giorno di più. Tutto dipende dalla forza di volontà e dalla chiara e lucida consapevolezza che l’obiettivo si raggiunge lavorando sodo per poi trarne i meritati benefici.
Quali sono gli obiettivi dello Studio dal punto di vista sportivo?
Ho l’ambizione di trasmettere una cultura del benessere e della forma fisica legata all’allenamento fatto con un approccio corretto, bilanciato e integrato da un corretto modo di nutrirsi. Lo sport da solo non basta così come l’alimentazione da sola non è sufficiente: mentalità sportiva significa anche saper “fare squadra”, cosa che richiede spirito di collaborazione, e mai squadra fu più vincente come quella tra lo sport e una corretta abitudine alimenta.
Il personal trainer non è solo colui che allena, ma soprattutto colui che ascolta e sostiene perché?
Dopo aver iniziato ad allenarti in palestra sentirai il bisogno di farlo sempre più spesso, anche se il giorno dopo l’allenamento avrai dolori. Imparerai, con la giusta passione, ad amare quei dolori. Per alcuni potrebbe essere pazzia ma per molti è una necessità. Poi la passione si fa grande, ti immergi in questo mondo bellissimo e sei sempre più consapevole che è ciò che vuoi fare per tutta la vita. Vuoi far bene alle persone, vuoi che guardandosi allo specchio siano felici per gli obbiettivi raggiunti; felici di rientrare in quei pantaloni che sono troppo stretti, felici di sentirti liberati dallo stress della vita quotidiana. Il passo successivo è il brevetto. Lo fai, superi gli esami e finalmente, dopo tanto studio ciò che volevi veramente: PERSONAL TRAINER.
Nella sua professione si rivolge anche alle persone con difficoltà motoria per disabilità?
Il mio approccio è molto emotivo.. le mie esperienze lavorative con i ragazzi disabili, gli anziani e la varietà' di persone che ho incontrato in questi anni di lavoro, mi ha permesso di acquisire capacità empatiche. La mia personalità, piena di energia, carisma e interesse verso gli altri, mi ha spinto a raggiungere grandi obiettivi insieme ai miei allievi, in particolare a chi ha più' difficoltà, considerando importante l'aspetto psicologico e il fatto che ogni persona è completamente diversa dall'altra.
Infine quale pensi possa essere la maggiore soddisfazione per un personal trainer, come lei?
“Vedere il proprio cliente, i propri clienti soddisfatti dell’impegno e della dedizione che hanno messo in gioco”